Il Rito dei Serpari di Cocullo si conferma anche nel 2025 uno degli eventi più affascinanti del folklore italiano. Oltre 15.000 visitatori hanno affollato questa mattina il borgo abruzzese in provincia dell’Aquila per prendere parte alla tradizionale festa in onore di San Domenico Abate, che si celebra ogni anno il 1° maggio.
Un evento unico nel suo genere, da anni candidato a diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, grazie alla sua origine millenaria e al forte legame con la cultura popolare. Le sue radici affondano in antichi riti pagani dedicati alla dea Angizia, protettrice contro i veleni e i serpenti.
Il momento più atteso è la processione della statua del Santo, adornata con serpenti vivi, catturati nei giorni precedenti dai cosiddetti serpari, esperti conoscitori della fauna locale. Quest’anno, complice un clima mite e soleggiato, sono stati raccolti oltre 200 esemplari, come spiegato da Cristian Gravita, uno dei serpari: “Il caldo ha favorito la cattura: abbiamo trovato molti più serpenti rispetto agli anni precedenti.”
Alle ore 12, dopo la Santa Messa celebrata dal vescovo di Sulmona-Valva monsignor Michele Fusco, la statua di San Domenico è stata portata in processione per le vie del paese, tra ali di folla e un grande dispiegamento di forze dell’ordine e volontari.
Il vescovo Fusco, durante l’omelia, ha ricordato: “Siamo fatti di terra, ma chiamati all’eternità.” Presente anche il sindaco di Cocullo, Sandro Chiocchio.
La giornata si è conclusa senza particolari criticità, nonostante il grande afflusso: solo sei persone hanno avuto bisogno di assistenza medica. Lunghe code si sono registrate lungo la strada statale, con auto incolonnate fino a Casale di Cocullo.
Il Rito dei Serpari di Cocullo si conferma così una tradizione viva, capace di attrarre turisti, fedeli e curiosi da tutta Italia e dall’estero, coniugando spiritualità, identità locale e rispetto per la natura.