Omicidio Walter Albi: chiuso l’incidente probatorio

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Si è tenuto in mattinata , davanti al gip del tribunale di Pescara, Giovanni De Rensis, l’incidente probatorio finalizzato a cristallizzare i risultati degli accertamenti tecnici, effettuati dai Ris di Roma, nell’ambito delle indagini sul caso, dell’omicidio di Walter Albi e del ferimento di Luca Cavallito, avvenuto il primo agosto scorso al Bar del Parco di Pescara. I Ris di Roma hanno comparato il Dna degli indagati, ovvero Mimmo Nobile, Antonio Mancini e Fabio Iervese, con quello trovato su alcuni reperti sequestrati il 2 settembre scorso tra le sterpaglie, nel luogo dove il primo agosto venne ritrovato lo scooter utilizzato dal killer. Sulla base degli accertamenti compiuti non è emersa alcuna corrispondenza con il Dna degli indagati, mentre sui reperti, ovvero il castello di una pistola semiautomatica, un caricatore con 5 colpi 9.21, un cellulare, scarpe sportive e un casco, comparirebbero tracce genetiche appartenenti ad altre tre persone al momento sconosciute. La pistola, nell’ipotesi della Procura, sarebbe quella che i due esecutori materiali della rapina al centro agroalimentare di Cepagatti, commessa precedentemente – secondo la Procura – da Nobile e Costantino Petragallo. La corrispondenza del Dna, qualora ci fosse stata, in ogni caso avrebbe consentito di individuare soltanto l’esecutore della rapina, ma non anche il responsabile dell’omicidio, perché finora non è stato accertato che quell’arma sia la stessa usata per uccidere Albi. L’esame balistico non è stato possibile farlo in quanto è stata ritrovata soltanto una parte della pistola, che manca della canna, indispensabile per accertare se quell’arma abbia esploso il colpo che ha ucciso Albi.