Processo Maxim, libertà vigilata per Maravalle

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Libertà vigilata per i prossimi dieci anni, con una serie di prescrizioni, tra le quali quella di presentarsi per due volte a settimana presso un centro di salute mentale; condanna ad un anno di reclusione, con pena sospesa, per falso in concorso, e assoluzione dall’accusa di omicidio, in quanto non punibile, perché giudicato incapace di intendere e di volere all’epoca dei fatti. E’ la sentenza emessa oggi pomeriggio a Pescara dal Gup Nicola Colantonio, a carico di Massimo Maravalle, il tecnico informatico, affetto da disturbo psicotico atipico, che la notte tra il 17 e il 18 luglio del 2014 soffocò nel sonno il figlio adottivo di 5 anni, Maxim, all’interno del suo appartamento a Pescara